La Terapia Occupazionale è “una professione sanitaria della riabilitazione che promuove la salute e il benessere attraverso l’occupazione”
(World Federation of Occupational Therapy, 2004)

L’obiettivo è aiutare una Persona con disabilità fisica e/o cognitiva, temporanea e/o permanente, a partecipare alle attività quotidiane nel più alto grado di autonomia possibile.
Questo significa che di fronte ad una determinata problematica il mio compito è far sì che il cliente venga supportato il meno possibile dai caregiver (coloro che prestano la cura: famigliari, baby sitter, insegnanti, badanti) affinché possa fare da solo una certa attività.
Spesso sostituirsi alla persona in difficoltà viene spontaneo e viene fatto per darle una mano o perché dispiace vedere che fa fatica, ma se c’è anche solo un piccolo margine di autonomia è bene sfruttarlo.
Quindi in concreto quello che faccio è osservare come la persona inizia e porta a termine un’attività e come/quanto viene aiutata da altri, valutare le sue capacità, le sue difficoltà e permetterle di guadagnare un pezzettino di autonomia in più.
Come attuare questo processo apparentemente semplice? Tramite scale di valutazione standardizzate, questionari, osservazioni, attività pratiche, esercizi, ricerca di strategie ed eventualmente individuando l’ausilio idoneo.
Ovviamente è necessario un po’ di allenamento a casa per rendere sempre più automatico ciò che viene svolto durante il trattamento.
